
Equità intergenerazionale
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Siamo di fronte a un gioco intergenerazionale a somma zero, a scapito della solidarietà
Mi sento come se fossimo passati da una mentalità intergenerazionale a "somma positiva" a una mentalità a "somma zero". La torta non si ingrandisce più, ora la domanda è: Rivendico il mio pezzo di torta o ne lascio un po' ad altre generazioni? Due tendenze fondamentali hanno causato questo cambiamento nella percezione: Cambiamenti demografici e cambiamenti climatici. Dopo due devastanti guerre mondiali, l'Europa e gran parte del mondo hanno fatto un incredibile ritorno nella seconda metà del XX secolo: Le economie sono cresciute, le innovazioni hanno migliorato la qualità della vita, la globalizzazione e il libero scambio hanno trasformato gli articoli di lusso in materie prime a prezzi accessibili. La promessa di una mobilità sociale intergenerazionale verso l'alto era credibile: "Voglio che i miei figli lo abbiano meglio di me" era un ideale ragionevole su cui lavorare. Ma dagli anni '90, a quanto pare, la torta ha lentamente smesso di ingrandirsi, almeno in Europa. Non ho l'impressione che i Millennials e la Gen Z siano molto ottimisti sul futuro. Le nostre società stanno invecchiando, il che alla fine causerà il collasso dei nostri sistemi di assistenza sociale. Allo stesso tempo, ci stiamo dirigendo verso un clima sempre più caldo, che avrà gravi impatti sulla nostra prosperità e sicurezza future. Perché dovremmo pagare in sistemi sanitari e pensionistici che non crediamo che trarremo mai profitto da noi stessi? Quanto siamo disposti a frenare i nostri consumi e a scendere a compromessi sulla qualità della nostra vita per combattere i cambiamenti climatici? Abbiamo perso la solidarietà intergenerazionale perché ci mancano visioni positive credibili.
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